Alcune considerazioni sulle funzioni ed attività svolte in passato dalla “Milizia nazionale forestale” e dal CFS, accorpato all’Arma dei carabinieri con il decreto Madia-Renzi.. Presenza di due anime nella “Forestale”: tecnica-scientifica e militar-poliziesca. Deriva poliziesca del Corpo attraverso i vari provvedimenti dei governi di centro-destra e centro-sinistra per rafforzare il Mipaaf e centralizzare la politica agro-silvo-pastorale. Vacuità ed improvvisazione della riforma Madia foriera di conflitti e contraddizioni.
Nella precedente nota ho esposto alcune considerazioni in merito al decreto Madia-Renzi sull’accorpamento del Corpo forestale dello Stato (CFS) all’Arma dei carabinieri, giungendo alla conclusione che si tratta dell’epilogo “naturale” della trasformazione di questa “forza di polizia ad ordinamento civile, specializzata nella tutela del patrimonio agro-forestale” in uno dei cinque corpi di polizia nazionale, con […]
Con le disposizioni in materia di razionalizzazione delle funzioni di polizia, il Corpo forestale dello Stato è stato assorbito nell’Arma dei carabinieri, la quale eserciterà le funzioni svolte in precedenza dal Corpo. Lo scioglimento del CFS e il suo assorbimento nell’Arma dei carabinieri ha provocato sconcerto nel mondo forestale, poiché si è trattato di una vera e propria «rottamazione» analoga all’estemporanea raffazzonata soppressione delle provincie. Si analizzano le cause della progressiva trasformazione del CFS in organo di polizia ambientale e le contraddizioni conseguenti all’accorpamento. La militarizzazione del CFS, in assenza di un coordinamento con le amministrazioni regionali e locali e di un chiaro disegno politico di salvaguardia ambientale, inasprisce i conflitti di competenza e la conflittualità sociale senza incidere sul malgoverno e sulla diffusa corruzione nella fruizione dei beni naturali.
Scienze agro-silvo-pastoral-bucoliche